Il cuore è un muscolo che ha il compito di assicurare la circolazione del sangue a tutto l’organismo. Il cuore è costituito da due sezioni, destra e sinistra, entrambe composte da due camere: gli atri ricevono il sangue e i ventricoli pompano il sangue nelle arterie.

Il cuore è dotato di valvole che hanno la funzione di dirigere il flusso di sangue in un’unica direzione, aprendosi e chiudendosi durante il ciclo cardiaco. Le più importanti sono quattro: la valvola mitrale e la valvola tricuspide, dette valvole atrioventricolari e quindi posizionate tra atrio e ventricolo, la valvola aortica e la valvola polmonare, dette valvole semilunari. La valvola aortica separa il ventricolo sinistro dall’aorta. Quando il ventricolo sinistro si contrae, la valvola aortica si apre per permettere il passaggio del sangue nell’aorta e in tutto il corpo.

Le valvole cardiache possono andare incontro a fenomeni di deterioramento, oggi sempre più frequentemente dipendenti dall’avanzare dell’età. La stenosi aortica è una delle malattie più comuni delle valvole cardiache e in Italia colpisce più del 3% della popolazione oltre i 75 anni. La forma più diffusa è la quella degenerativa, dovuta all’invecchiamento che può provocare l’ispessimento e anche la calcificazione dei lembi valvolari. Questi fenomeni possono impedire il corretto movimento di apertura e chiusura dei lembi valvolari e causare un restringimento (stenosi) dell’apertura della valvola stessa. La stenosi della valvola aortica ostacola dunque il passaggio di sangue dal ventricolo sinistro verso l’aorta, impedendo al cuore di pompare la corretta quantità di sangue nel resto del corpo. In base alla gravità la stenosi può essere definita lieve, moderata o severa.
L’evoluzione naturale di questa malattia è inclemente, infatti circa la metà dei soggetti con stenosi aortica severa non sottoposta a trattamento muore entro due anni dalla diagnosi.


In Italia la
stenosi aortica
colpisce più del
3%
della popolazione
oltre i 75 anni.

La stenosi
aortica severa
non trattata porta entro
2 anni
dalla diagnosi alla morte
della metà dei soggetti.

I sintomi

La stenosi aortica può restare asintomatica per molti anni. La presenza di un soffio cardiaco rilevato alla visita medica può essere il primo segnale di allarme per questa patologia. La comparsa dei sintomi indica già una fase avanzata della malattia.
I sintomi caratteristici a cui prestare attenzione sono tre: il dolore al torace (angina), l’affanno (dispnea) e lo svenimento (sincope).

Affanno o dispnea

È il sintomo più frequente. Generalmente descritta come difficoltà a eseguire dei respiri normali o “fame d’aria” dopo aver eseguito uno sforzo. Quando la malattia è più grave la dispnea può comparire anche a riposo o durante la notte.

Affanno o dispnea

Dolore toracico o angina

Colpisce circa un terzo dei soggetti. Si tratta di una sensazione di pesantezza sul petto che compare sotto sforzo e scompare con il riposo dopo diversi minuti.

Affanno o dispnea

Svenimento o sincope

È caratterizzato da una perdita della coscienza improvvisa senza segnali anticipatori (malore, vertigini).
Si può verificare sia dopo uno sforzo fisico sia dopo un pasto abbondante.

Affanno o dispnea
Affanno o dispnea
Affanno o dispnea
Dolore toracico o angina
Dolore toracico o angina
Svenimento o sincope
Svenimento o sincope

La diagnosi

Se l’esame clinico e gli esami strumentali preliminari (quali l’elettrocardiogramma, gli esami del sangue e la radiografia del torace) possono orientare la diagnosi, l’esame fondamentale per confermare la diagnosi e definire la gravità della stenosi valvolare aortica è rappresentato dall’ecocardiogramma con sonda Doppler.

La coronarografia e cateterismo cardiaco è invece una procedura invasiva che permette la misurazione delle pressioni all’interno del cuore e lo studio dei vasi del cuore (coronarie) mediante l’introduzione di cateteri inseriti in un’arteria o in una vena. Rimane oggi uno strumento essenziale per i pazienti con diagnosi accertata di stenosi aortica che debbano essere sottoposti ad intervento.

Valvola sana aperta
Valvola sana aperta
Valvola sana chiusa
Valvola sana chiusa
Valvola degenerata aperta
Valvola degenerata aperta
Valvola degenerata chiusa
Valvola degenerata chiusa

Il trattamento

Non esiste una terapia farmacologica specifica della stenosi aortica. Pertanto, nei pazienti con stenosi aortica severa sintomatica o nei pazienti asintomatici ma con ridotta funzionalità cardiaca, il trattamento prevede l’intervento chirurgico di sostituzione valvolare aortica oppure l’impianto transcatetere di valvola aortica o TAVI (acronimo di Transcatheter Aortic Valve Implantation). Quest’ultima procedura consiste nell’inserimento di una protesi valvolare tramite un accesso vascolare periferico e nel suo impianto in sede aortica, senza necessità di sternotomia, circolazione extracorporea o rimozione della valvola nativa degenerata.
La scelta di un intervento rispetto all’altro deve essere effettuata da un team medico multidisciplinare (il cosiddetto Heart Team, costituito da cardiologo clinico, cardiologo interventista, cardiochirurgo, anestesista) in grado di valutare il rischio chirurgico, l’eventuale presenza di controindicazioni all’intervento chirurgico tradizionale, la presenza di altre patologie oltre a quella cardiaca (comorbilità) che influenzano una maggiore fragilità del paziente. Tale scelta si base sulle numerose evidenze scientifiche a disposizione e sui progressi tecnologici sia delle tecniche operatorie che dei dispositivi utilizzati.

In base all’età, al numero e tipologia dei fattori di rischio presenti il paziente avrà un rischio operatorio più o meno accentuato. Ad oggi, per il paziente a basso rischio chirurgico è preferibile la sostituzione valvolare aortica tradizionale. Nei pazienti con rischio chirurgico aumentato, invece, la scelta tra chirurgia tradizionale o TAVI deve essere effettuata valutando le caratteristiche individuali di ogni paziente, preferendo la TAVI nei pazienti con età più avanzata e con accessi vascolari periferici favorevoli. L’intervento transcatetere, infine, è sicuramente di scelta per i pazienti con elevato rischio chirurgico o giudicati inoperabili dall’Heart Team.

Una ulteriore possibilità di intervento è rappresentata dalla valvuloplastica aortica, che consiste nel gonfiaggio di un pallone in sede aortica al fine di ridurre la severità della stenosi. Questa procedura, eseguita sempre mediante accesso vascolare periferico, trova attualmente indicazione come approccio palliativo o come “ponte” in attesa di correzione definitiva della valvulopatia.

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